Un filo magico nel mondo della fantasia

Intervista all’autrice belga Anne Herbauts. Di Mauretta Capuano, Ansa

È dall’incontro tra immagine e parola che si sviluppa la narrazione nei libri della belga Anne Herbauts con L’Albero Meraviglioso in cui segue un filo magico che ci porta nel mondo della fantasia e dell’immaginazione.
“La mia è una narrazione tra immagine e testo dove il lettore stesso diventa autore con i collegamenti che poi nascono dalla sua immaginazione” dice all’ANSA la Herbauts, 40 anni, che vive a Bruxelles ed è illustratrice e autrice di libri come Di che colore è il vento? (Gallucci) che in Italia ha avuto grande successo.
Ne L’albero meraviglioso, la Herbauts segue un filo che è nello stesso tempo quello della creatività, dell’immaginazione e della narrazione in una storia da cui nascono altre storie e che non finisce all’ultima pagina. Il Sig. Comesempre che fa una vita ordinaria e il diavoletto Garguglia partono alla scoperta del mondo finché arrivano alla casa della Strega Favolara che fabbrica immagini, le sistema in grandi vasi e le cambia e trasforma continuamente. I due amici rubano alla Strega un rocchetto di filo, che è il filo del racconto, e inseguiti si nascondo su un albero proprio strano, con cinque oggetti appesi.
“C’è un libro – spiega la Herbauts – per ogni oggetto dell’albero. Gioco con il filo dentro una narrazione molto strutturata e questo consente più libertà. Un filo che non è stato lavorato per diventare una maglia non ha una storia come un libro che non è stato letto”.
Ma L’albero meraviglioso con le sue colorate e raffinate illustrazioni, oltre ad essere un libro sul potere dell’immaginazione, è una storia su concetti astratti come il tempo e anche, dice l’autrice “il sogno, il rumore, l’amore, la malinconia. I libri sono favolosi perché sono fatti di carta, 4 colori, e si può dire tutto, meglio del cinema”.
La Strega Favolara che crea storie e sta dipingendo il libro, è una sorta di autoritratto dell’autrice. “La strega non è cattiva. Fa paura perchè trasforma il mondo, è uno specchio, un’immagine di potere. Può essere pericolosa oltre che magica” dice la Herbauts e i racconti che lei conserva in recipienti chiusi devono essere aperti per prendere vita. Come “le storie – dice l’autrice – che sono arrivate a noi perchè sono state raccontate”.